Bodyshaming, cos’è e perché va combattuto

Alice Morreale, Studentessa Prime Minister Favara

Ultimamente si sente spesso parlare di bodyshaming, ma cos’è e cosa significa?

La parola “body shaming” è un neologismo diffuso in Italia nella sua formazione in lingua inglese, ma che letteralmente significa (e non può essere tradotto) derisione o umiliazione del corpo. L’oggetto del dileggio può essere una qualsiasi caratteristica fisica che l’autore dell’offesa non considera in linea con i rigidi canoni estetici imposti dalla società in cui vive. Ad esempio, l’altezza, la presenza di peluria o acne, il peso e così via. Ciò, ad oggi, risulta essere molto presente nel web e nei social network. Sicuramente la maggior parte del numero delle vittime è rappresentato da donne e ragazze, ma recentemente lo stesso meccanismo sta includendo anche uomini e ragazzi che vengono scherniti per caratteristiche fisiche che vengono associate alla virilità.

Essere vittima di bodyshaming, come scrive la psicologa Laura Massi, può comportare conseguenze da non sottovalutare come: depressione, dismorfofobia (dal greco morphè, forma distorta e fobos, timore) e uno o più disturbi alimentari.

Esso si sviluppa dall’attuale tendenza del continuo confronto con l’altro.

Cerchiamo quasi sempre di paragonare la nostra figura con i modelli dei social e ciò ci rende sempre più critici verso noi stessi e verso gli altri.

Nel 2018, a conclusione del weekend di addio al nubilato di Chiara Ferragni, su corriere.it era comparso un articolo dove la Ferragni e le sue amiche venivamo etichettate con l’aggettivo “rotonde”. Dopo la denuncia in mondovisione dell’accaduto da parte dell’influencer, l’aggettivo è stato cambiato da “rotonde” ad “atletiche”. Chiara, al seguito di questo fatto sgradevole, si pronuncia così sul suo profilo: “Penso sia disgustoso lanciare un messaggio del genere specialmente quando tantissime donne e ragazze hanno problemi con il proprio corpo e con la loro autostima. Per le donne di oggi è veramente difficile sentirsi belle, per tantissime diverse ragioni. Essendo io un modello per tantissime di loro, ho sempre provato a condividere con loro dei messaggi in grado di infondere confidenza ed autostima”.

Scandaloso è stato anche l’attacco in rete ad Armine Harutyunyan, la nuova modella di Gucci, che è stata giudicata per il suo aspetto “diverso”. Durante un’intervista da parte de La Repubblica, Armine sostiene di aver ormai creato un sistema di difesa contro le offese gratuite: “Non posso certo evitare alla gente di parlare. Ma posso ignorarla”. Alla domanda su cosa intendesse lei per bellezza, risponde che in molti sono spaventati da tutto quello che appare diverso: “Certo, a parole è facile essere aperti al nuovo, ma poi, quando si trovano davanti a qualcosa che non capiscono, non sanno come reagire allora attaccano”.

Oltre questi fatti di rilievo, innumerevoli sono gli utenti presi di mira in rete per il loro corpo, che restano in silenzio.

Per combattere il bodyshaming forse si dovrebbero creare nuovi canoni di bellezza meno rigidi e più inclusivi. Questi canoni ci vengono imposti da sempre, anche se nel corso del tempo sono variati. Già a partire dalla civiltà greca, era definito “kalon”, ciò che è secondo misura e armonia, “metron ariston”, la misura è la giusta cosa. Il mondo greco era letteralmente ossessionato dalla volontà di arginare i pericoli della dismisura del disarmonico, come ci dice lo studioso Diego Fusaro.

Per quanto riguarda l’epos non entra in particolari che siano veramente descrittivi dei personaggi. Sul piano fisico l’eroe risponde di canoni di bellezza e di prestanza fisica, che si traducono in valore militare con l’ideale del “kalogaghatia”, “kalos kai agotos”, che significa bello e virtuoso. La descrizione accurata si rende necessaria solo nel caso del brutto e del non-eroico, come è nel caso di Tersite descritto da Omero nell’Iliade con queste parole: “Era l’uomo più brutto che fosse venuto a Ilio: storto, zoppo di un piede, le spalle curve e ripiegate sul petto; la testa a punta coperta da una rada peluria”.

Un altro modo per abbattere il bodyshaming è accettare noi stessi, perché ricordiamoci che la diversità, la felicità, la fiducia in sé stessi è bellezza e non deve dipendere in alcun modo dall’opinione degli altri.

A mio avviso, sono proprio quelli che noi chiamiamo difetti a renderci belli e autentici.