Fintech e Risk Management A Braccetto Per Un Nuovo Modello Di Banca

Alberto Garroni

FinTech è ormai la “nuova” parola al centro di ogni report e analisi sul futuro delle banche e indica l’innovazione finanziaria che avanza, ma che deve andare di pari passo con l’innovazione tecnologica, che si realizzerà in nuovi modelli di business, processi o prodotti, con effetti impattanti sui mercati finanziari e sulle principali istituzioni.

Nei prossimi anni, le attività connesse alle funzioni del Risk Management nelle banche dovranno certamente essere molto differenti da quelle che sono ora e per quanto sia difficile credere, il RM sarà soggetto ad ancora   più trasformazioni di quelle avvenute negli ultimi dieci anni.

Le banche dovranno affrontare già nell’immediato questi cambiamenti a lungo termine, per evitare di essere sopraffatte dalle nuove esigenze e richieste che dovranno ben presto gestire.

Poiché la velocità di innovazione cresce in maniera esponenziale gli intermediari finanziari potrebbero decidere di integrare in un futuro molto prossimo gran parte  delle tecnologie sviluppate in seno alle startup del fintech poiché, nel breve ciò  comporterebbe investimenti elevatissimi e di contro non risulterebbe  molto efficiente cambiare contemporaneamente i  processi operativi legati a troppi sistemi legacy.

Il denaro è ormai diventato un bit e le possibilità che nuove realtà occupino spazi e nicchie di mercato sono elevatissime in un sistema in continua evoluzione con modifiche strutturali, dove le startup saranno sempre più appetite non solo dagli operatori tradizionali, ma anche dai giganti della tecnologia informatica e dei social media (Google, Apple, Facebook, Amazon, Alibaba).

Questo comporta una risposta strategica delle imprese già presenti e la valenza innovativa delle startup diventerà un asset di cui nessuno potrà farne a meno, a meno di colossali investimenti in risorse dedicate.

Numerosi  sono i campi interessati da questi cambiamenti  : dal settore crediti (crowd-funding e peer-to-peer lending) ai  servizi di pagamento (instant payment),alle valute virtuali (Bitcoin), ai  servizi di consulenza (robo-advisor), oltre ad altre tecnologie di validazione decentrata delle transazioni (blockchain o DLT – distributed ledger technology), alla di identificazione biometrica (impronta digitale, retina o riconoscimento facciale), di supporto all’erogazione di servizi (cloud computing e big data).

Con questi cambiamenti quali driver chiave potranno servire quindi alle strutture di Risk Management delle istituzioni Finanziarie per svolgere un ruolo attivo in queste innovazioni?

Sicuramente   Tecnologia,  Perizia  e  Strategia :  stiamo vivendo infatti la quarta rivoluzione industriale e siamo all’inizio di una nuova visione  del mondo rispetto a  come lo conosciamo.

La più grande compagnia di taxi del mondo, Uber, non possiede auto.. La società di media più popolare al mondo, Facebook, non crea contenuti. Il rivenditore più importante del mondo, Alibaba, non ha inventario fisico. E il più grande fornitore di alloggi al mondo, Airbnb, non possiede nessuna proprietà.

In ogni settore della nostra vita stanno avvenendo cambiamenti radicali. Già dal 1994 Bill Gates ha fatto la provocatoria e ancora controversa affermazione “Banking is necessary, banks are not”, le nuove tecnologie dirompenti costringono praticamente tutti i settori a rivedere radicalmente i modelli di business o addirittura a concepirne   di nuovi.  Le aziende di successo sono caratterizzate da una forte consapevolezza tecnologica e utilizzano l’interazione di social media, IT mobile, analisi e cloud computing in modo intelligente per la creazione della loro offerta di servizi.

Sorprendentemente, le banche tradizionali (che hanno utilizzato l’IT per supportare e automatizzare i processi aziendali per parecchi anni) sono in ritardo nell’innovazione digitale.

È necessario un ripensamento soprattutto ora in cui i clienti non sono più disposti a pagare tasse per servizi bancari, in cui le fonti di reddito classiche, come le attività di prestito e di investimento, diventano sempre meno redditizie a causa dell’erosione dei margini di interesse e in cui non solo la concorrenza delle banche, ma anche delle società non bancarie e di FinTech è in continua ed inarrestabile crescita.

I punti fondamentali da prendere in considerazione per meglio analizzare il cambiamento in atto ed agire di conseguenza sono i seguenti:

 

  • L’ubiquità del telefonino o del tablet. Il concetto di  mobile cambia la natura del settore bancario, perché non mette solo una potenza di calcolo enorme nelle mani dei clienti, ma rende la posizione e il contesto estremamente importanti. Rende ormai irrilevante il paradigma di andare in banca, in un bancomat fisico e persino di interfacciarsi con il desktop. Con lo smartphone, il settore bancario non deve essere un’attività indipendente, ma è qualcosa che ormai è incorporato nella vita dei clienti, integrato con tutto ciò che fanno nel quotidiano.
  • Aumento dell’economia sociale in rete. A differenza del passato, quando le aziende producevano e i consumatori consumavano, ormai siamo nell’era del “prosumer”. Ciascuno  può tranquillamente essere ovunque ed essere parte di un sistema di distribuzione globale. La capacità delle aziende di collegarsi l’un l’altro ha portato alla democratizzazione dell’innovazione.
  • Esplosione di Big Data. Il 90% dei dati nel mondo oggi è stato creato solo negli ultimi due anni; se si unisce questo con il forte calo dei costi di archiviazione dei dati e la massiccia potenza di calcolo è ormai certo  che una grande parte dell’attività verso il cliente sarà sviluppato attraverso linee di dati.
  • Intelligenza artificiale e apprendimento cognitivo. I computer hanno iniziato a imparare a pensare e ad imparare come noi, migliorando man mano che vanno avanti.

Senza dimenticare che l’80% dei “Millennials” preferirebbe inviare un messaggio a una linea di assistenza clienti di una società anziché chiamare e stare   in attesa o recarsi fisicamente in banca ed inoltre esistono ormai nuovi servizi al di fuori del canale bancario senza neppure commissioni e costi.

Di certo i potenziali benefici vanno a scontrarsi con nuovi e diversi rischi ad alto impatto che si ampliano in diversi campi, quali il riciclaggio di denaro, il finanziamento ai terroristi, l’evasione fiscale e che devono continuamente essere assoggettati a nuovi regolamenti e costante supervisione.  Al momento   il solo traffico dei pagamenti al dettaglio in Europa è in ordine di grandezza superiore al volume di transazioni globali delle valute virtuali le quali per definizione, non costituiscono un credito e non si qualificano formalmente come valuta in un nuovo contesto altamente speculativo.

Sta prendendo coscienza in tutti gli operatori il Cyber Risk e la Cyber security visti i potenziali danni non solo economici ma anche reputazionali  che vedono coinvolti tutti i players a causa dei continui accessi non autorizzati nei sistemi informatici per rubare le informazioni e i dati contenuti.

Ma allora ritornando all’inizio della nostra breve analisi in merito al nuovo ruolo del Risk Management come si possono ridisegnare ed integrare i prossimi passi a causa del cambiamento epocale in atto?

Riteniamo che le leve sono l’ampliamento e l’approfondendo i seguenti driver chiave: la Tecnologia, la   Perizia e la Strategia.

Nell’ambito del primo driver è importante capire se per il futuro, la soluzione migliore da seguire possa essere la scelta tra:

  • l’Outsoucing o “ In house”(It’s important to consider if your IT staff member has time to monitor ongoing IT security and risk assessment ; è importante valutare se nelle realtà finanziarie le strutture IT hanno  il tempo  e la capacità di monitorare la sicurezza IT e la valutazione del rischio in corso. In caso contrario, senza ulteriori investimenti  l’ attività sarà a rischio ed inoltre l’eventuale scelta della soluzione outsourcing consente di rimanere maggiormente concentrati sul core business aziendale )
  • Il mantenimento o la sostituzione dei sistemi IT legacy (soprattutto alla luce dei costi sostenuti a suo tempo per la loro implementazione e i costi da sostenere per la migrazione a nuovi sistemi) e la riduzione della filiera organizzativa per la riduzione dei Gap coi competitors.
  • Lo sfruttamento dei  software open source ( favorendo il libero studio e permettendo a programmatori indipendenti di apportarvi modifiche ed estensioni) o il  mantenimento dei software proprietari.

Tra le nuove aree di ricerca ed investimento ritenute strategiche   per questo driver, sta prendendo spazio il metodo sviluppato dal machine learning che nasce come un sotto-campo dell’Intelligenza Artificiale, in quanto sta diventando forte la necessità di avere software capaci di apprendere a realizzare un nuovo compito automaticamente anche nel Risk Management.

Ci sono Risk Analysis in cui l’approccio tradizionale non è più sufficiente e non si è ancora in grado di scrivere un programma che risolva direttamente un certo problema. Questo avviene ad esempio quando bisogna usare una grande quantità di dati proveniente da fonti diverse, quando lo scenario da analizzare muta velocemente oppure quando non esiste l‘expertise necessario per un certo compito che è difficile da esplicitare.

In particolare con le nuove direttive imposte dall’IFRS9 (International Financial Reporting Standard 9), ‘strumento normativo regolatorio’ sviluppato nel 2014 per fronteggiare la crisi economica che definisce i requisiti standard per lo sviluppo e la gestione degli strumenti finanziari è necessario ridefinire il modello di Risk Management. La normativa IFRS9 incorpora la misura del rischio all’interno di un sistema regolatorio più ampio con il chiaro obiettivo di sviluppare un   nuova ‘cultura della misura’ guardandola dalla prospettiva del business, per esempio prevedendo modelli e analisi di dati per prevenire le perdite sui crediti”. In contesti simili la piattaforma tecnologica con motori di Machine Learning diventa il primo dei tasselli strategici,

In ambito invece del secondo driver, Perizia o Skill   è molto importante che l’insieme delle competenze delle funzioni di Risk Management debbano continuare ad aggiornarsi: all’interno di questo nuovo quadro tecnologico, i colleghi delle singole strutture devono innanzitutto sviluppare una competenza nella gestione dei Big Data e, possibilmente, del Cyber ​​Risk e della Sicurezza IT. Talento e risorse dovranno probabilmente spostarsi verso l’analisi e la codifica. Per prepararsi a nuovi rischi, si dovrà costruire una piattaforma prospettica per il senior management sui rischi che potrebbero emergere e come poterli rilevare e mitigare. Si avrà bisogno della flessibilità per adattare i modelli operativi in essere per soddisfare qualsiasi nuova attività di rischio.

L’ultimo driver, Strategia, è di fatto molto legato al postulato economico che evidenzia come“i mercati siano efficienti a lungo termine ; solo gli attori  che anticipano correttamente il rischio influenzato dai parametri economici sopravvivono; gli altri vengono esclusi dal mercato a causa di i loro errori ”

È necessario quindi conoscere a fondo tutti i fattori esogeni ed endogeni con una costante e maggior approfondimento della cultura del rischio e saper scegliere, cercando di declinare gli output e farli diventare imput di processi decisionali.

Diviene fondamentale   integrare tra loro le varie tipologie di rischio con una oculata allocazione del budget e di framework integrati al fine di liberare risorse per attività più mirate sulle nuove tipologie di rischi.

Queste sono le sfide che in primis ogni struttura economico finanziaria dovrà considerare nei prossimi anni se vorrà continuare ad essere non solo attore fondamentale della pianificazione strategica nel Risk Management, ma anche essere a diritto inserito tra le” best practice” per la gestione delle nuove tipologie dei rischio nel rispetto della normativa esistente, rinnovando i regolamenti interni, e  per soddisfare le future aspettative di clienti sempre più esigenti e “digitali”.

Di Alberto Garroni