La realizzazione della pubblicazione Classi della Salute rappresenta un’iniziativa per affrontare alcune tra le sfide più urgenti che riguardano le nuove generazioni. Il progetto nasce con l’obiettivo di fornire ai più giovani strumenti chiari e concreti per riflettere sull’importanza della salute in ogni campo, con un approccio integrato ed inclusivo. Partecipare in prima persona a questo progetto ha rappresentato per me un’esperienza formativa di grande valore, che mi ha arricchita sia sul piano professionale che personale. Essendo anche io parte della Gen Z, ho avuto l’opportunità di confrontarmi con tematiche che riguardano da vicino la mia generazione.
Un aspetto significativo di questo progetto è sicuramente la capacità di unire la ricerca scientifica, supportata da dati e opinioni di esperti, insieme alla voce dei giovani e alle loro esperienze quotidiane. Come studente, spesso vedo quanto sia difficile tradurre concetti complessi in messaggi chiari ed efficaci; Classi della Salute riesce a trasformarli in risorse utili non solo per noi studenti, ma anche per famiglie, docenti e istituzioni. In questo senso, il progetto contribuisce a colmare un vuoto educativo nel nostro sistema scolastico.
Il filo che lega questo progetto con il lavoro svolto da Global Thinking Foundation, ed in particolare con Crescere P ARI, è l’attenzione posta alle disuguaglianze. La pubblicazione evidenzia come fattori sociali, economici e territoriali possano incidere in maniera decisiva sulle opportunità di salute dei giovani. Essere consapevoli di questo divario costituisce il punto di partenza per interventi mirati, con lo scopo di pareggiare le differenze e di garantire un accesso più equo alle risorse educative e sanitarie. Questo punto di vista è fondamentale anche per la mia stessa generazione; lavorare su questo progetto mi ha concesso di guardare la mia esperienza personale in una prospettiva diversa, riconoscendo i privilegi di cui io e tanti miei coetanei disponiamo.
Un altro insegnamento che porto con me, forse quello più importante, è il ruolo attivo che i giovani hanno nei processi di cambiamento. Non siamo soltanto i destinatari di campagne educative, ma dobbiamo diventarne i protagonisti. Il futuro è nelle nostre mani, ed è nostro dovere praticare la diffusione di pratiche positive ed il sostegno reciproco. Classi della Salute non si limita a fornire informazioni, ma chiama all’azione una generazione per costruire una cittadinanza più consapevole e responsabile.
Infine, questa esperienza mi ha lasciato una nuova prospettiva: credo che educazione e salute non debbano più essere considerate ambiti separati, ma vadano integrate in un percorso formativo
completo. Il progetto offre un punto di vista innovativo nel campo dell’educazione, dato che i temi legati alla salute sono tradizionalmente trattati in modo scarso e spesso marginale nei percorsi scolastici. Questa pubblicazione dimostra invece che educazione e salute sono strettamente connesse: uno stile di vita sano e sicuro deve essere insegnato per garantire una formazione completa delle nuove generazioni. L’integrazione di conoscenze scientifiche, testimonianze e strumenti pratici costituisce un modello educativo che guarda al futuro.
In conclusione, Classi della Salute rappresenta molto più di un semplice lavoro editoriale, ma un vero e proprio percorso di crescita. Per la fondazione è il frutto di tutto l’impegno impiegato nel tempo, per sottolineare più che mai quanto siano necessarie l’informazione e la consapevolezza. Giunta al termine di questo percorso con Global Thinking Foundation, porto con me un insegnamento prezioso: scrivere e fare ricerca non significa soltanto raccogliere dati, ma dare voce a bisogni reali e aprire spazi di confronto. Questa pubblicazione intende creare un impatto duraturo e stimolare un cambiamento culturale profondo, in risposta ad una chiara esigenza di riforma. Il nostro obiettivo è quello di essere un punto di partenza per avviare dialoghi, promuovere buone pratiche e riconoscere l’importanza della salute e del benessere delle giovani generazioni.
Articolo della studentessa Gaia Nardinocchi.