IL FUTURO È ADESSO #TheFutureIsNow

CHIARA CAVALLI, STUDENTESSA

Possiamo e vogliamo essere fautrici di un cambiamento per noi e per le nuove generazioni ” – (Claudia Segre, Presidente GLT FOUNDATION)

Giovedì 18 novembre si è tenuto il VI Convegno Annuale di Global Thinking Foundation a Milano presso Palazzo Parigi, in Corso di Porta Nuova 1.L’evento intitolato “ Sostenibilità e Tecnologia per la Rigenerazione degli Ecosistemi – There is No Plan(et) B ” é stato animato da momenti di dibattito e condivisione riguardo a temi attuali e dunque di grande interesse, nonché effettivamente urgenti.

Si è trattato di un vero e proprio successo che ha visto la partecipazione di autorevoli economisti, ricercatori, studiosi. Certamente magnifiche menti lungimiranti hanno animato un incontro attesissimo, guidando l’audience ( presente anche in diretta streaming ) attraverso presentazioni keynote, videomessaggi istituzionali, dibattiti, una conferenza out of the box per raggiungere e approfondire questioni legate alla parità di genere e il complesso sistema dell’educazione e del lavoro. E non solo.

Come inaugurato dallo stesso video di apertura con l’ hashtag #TheFutureIsNow, sono state presentate problematiche e obiettivi che ineriscono processi nei quali la stessa società secolarizzata è chiamata ad agire: cambiamento climatico e politiche sociali in primis, ma anche la fin-tech sustainability l’istruzione, oltre al cosiddetto paradigm shift con le donne e le nuove generazioni a esserne protagoniste.

Il percorso intrapreso è stato introdotto dal professor Dominick Salvatore (economista di fama internazionale e prestigioso membro del CdA Americano). L’illustre speaker ha esaminato l’altalenante Green New Deal, un piano proposto da Biden per ristrutturare l’economia americana e portare benefici sociali, ma la cui realizzazione appare per ora lontana.Dai risultati ottenuti é emerso infatti come tuttavia l’America sia maggiormente orientata verso la crescita del paese a discapito del social welfare, esattamente al contrario dell’Europa.

In seguito la Presidente Claudia Segre ha ripercorso come il cambiamento climatico abbia fortemente impattato il lavoro delle donne. Nel 2020 il 98% dei posti di lavoro persi sono stati proprio quelli delle donne. È emerso come per fronteggiare questa crisi sociale (dato il cambio intergenerazionale) imprenditrici e imprenditori abbiano reagito e stiano continuando con un potente reskilling. Tra Rinascimento imprenditoriale e umanesimo digitale, il nostro Governo ha sostenuto l’empowerment femminile, per ridurre i gap di genere (salariali, disoccupazione). Sicuramente c’é un cambiamento in atto, ma tanto deve ancora essere fatto per migliorare l’inclusione finanziaria e sociale e favorire un rapporto etico di riqualificazione per nuove abilità lavorative!

In collegamento l’Assessore Regionale Alessandra Locatelli ha poi sottolineato l’importanza di momenti di confronto come questi a livelli istituzionali e locali, quando “…parliamo di programmi, progettazioni, idee per il futuro” per produrre un salto di qualità nel benessere dei cittadini. Un invito a slanciarsi verso un futuro ben disposto ad azioni politiche più mirate.

Successivamente il rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Matteo Lorito, ci ha illustrato i progetti di bonifica territoriali intrapresi dall’ateneo sul modello “San Giovanni”, tra cui Scampia, oltre alle novità dell’offerta formativa. Queste sono state estese al mondo della ricerca e dell’imprenditoria e nel complesso hanno sostenuto considerevoli cambiamenti anzitutto sociali!

Il primo panel, moderato da Agnese Pini (direttrice del quotidiano La Nazione) ha approfondito come economia e ambiente abbiano modificato il Sistema Educativo e delle Imprese. Parlando di Rivoluzione 2021-2030 l’avvocato Marco Galli ha sottolineato l’importanza dell’educazione al mondo digitale (non solo per la cybersicurezza), una questione che si presenta perciò molto vicina all’Educazione Civica. Si è quindi arrivati a parlare di cittadinanza consapevole, per la quale gli investimenti saranno fondamentali.

Passando dalla scuola al lavoro, la dottoressa Di Raimondo ha ripreso la linea d’azione da portare avanti nella riattivazione di un circolo virtuoso, che si basa anzitutto sulla collaborazione ottimistica. Avvalendosi anche di dati concreti, la dottoressa ha illustrato le modalità in cui costruire il miglior ecosistema. Occorre innanzitutto investire su un capitale umano innovativo (giovani e donne), per risolvere il mismatch sul territorio. In questo modo verrà permesso lo sviluppo di formazione e competenze certificate, nel corso di tutta la vita lavorativa. Bisogna attingere alla “cassetta degli attrezzi” a disposizione per gestire le complessità. Dunque lo smart-working non poteva passare in secondo piano: sviluppatosi come vettore di nuove disuguaglianze, margine di differenze salariali, di opportunità e di carriera, il lavoro flessibile necessita una profonda rivalutazione in senso trasversale affinché sia efficace nel sostenere il nuovo ecosistema.

A questo proposito l’economista Bertodatto ha proposto un’altro punto di vista rispetto all’Italia, riprendendo l’esperienza vissuta all’estero, in Germania precisamente. Qui i PPP dedicati all’istruzione vengono in gran parte gestiti dallo Stato, garante dell’omogeneità dei programmi educativi: i Länder hanno imparato a osservare “…la redditività del progetto dall’inizio alla fine”, considerando l’aspetto demografico e il riutilizzo delle strutture. Nei paesi emergenti invece l’Ente Pubblico, come ben sappiamo, spesso non arriva!

Per concludere la discussione si è parlato anche dell’enorme progetto Mind ( Milan Innovation District ), che consiste nella riabilitazione della zona Expo in 4 diversi progetti: la Statale ha riorganizzato infatti l’offerta formativa, in cui un campus residenziale verrà affiancato alla scuola! Riprendendo le questioni presentate, nel complesso distacca un ecosistema che ha bisogno di uno shock virtuoso, nel quale le donne saranno parte di un nuovo modello organizzativo del lavoro.

La successiva talk out of the box è stata dedicata alla transizione tra gli aspetti culturali e gli aspetti più tecnici (digitale e finanza). Intervistato dalla giornalista Silvia Camisasca, l’ingegnere Luca del Fabbro (uno dei massimi esperti internazionali di sostenibilità, economia circolare e ESG) sostiene che siamo ancora in tempo per fare qualcosa, ma contemporaneamente bisogna essere realisti davanti alle conseguenze del comportamento umani. Dunque Cop26 non è stato un totale fallimento, bensì ha consentito di mostrare “…quanta strada ancora c’è da fare” e in svariati ambiti: non solo decarbonizzazione e contrasto della perdita delle biodiversità, ma soprattutto occorre sostenere gender quality ed equality. Oggi in proporzione ci sono infatti ancora poche donne che lavorano nella sostenibilità, perché la società diffonde un “ mantra negativo ”. Eppure si può ancora agire, inducendo per esempio le università a pensare out of the box, in vista di una cultura “…più liquida, aperta, interconnessa”. Dopo la pandemia c’è necessità di ritornare ad essere competitivi in una forma diversa, quindi “…avere pi donne nei board seats é un plus, perché diversità in più cha aggiungono valore”. Purtroppo l’ingiustizia sociale è stata sacrificata sull’altare del profitto, ma possiamo ancora recuperare una concordanza di intenti tra economia ed ecologia.

Attraverso un altro videomessaggio istituzionale Segretario Generale del Forum per la Finanza Sostenibile Francesco Bicciato ci ha parlato della loro esperienza sia a livello formativo sia finanziario, illustrando alcune premesse importanti. In seguito ha presentato la sostenibilità in una metafora, in quanto essa costituisce “ uno sgabello a tre gambe: economico, sociale e ambientale”. In base a ciò quindi solo seguendo correttamente la Road Map saremo in grado di vincere la sfida postaci, sia con un nuovo multilateralismo, sia con progetti locali (green jobs).

Moderato da Licia Garotti, il secondo panel è stato invece dedicato a Fintech ed Empowerment. Grazie all’esperienza di Margherita Leder, Luigi Corvo e Roberto Nicastro, sono state analizzate le sfide della dimensione sociale della sostenibilità, nelle quali dalle funzionalità delle piattaforme dedicate ai finanziamenti alle PMI in openbakkng si può giungere a valutare l’importanza dell’impatto sociale e le potenzialità del fintech for good. Esistono difatti possibili soluzioni per avvicinare piccole e medie imprese a questa tipologia di finanziamenti Partendo da alcuni dati, Leder ha riportato come oltre 240 start-up o imprese abbiano intrapreso il modello fintech tuttavia, con uno studio condotto insieme a GLT Foundation con Fintech è emerso come nessuna delle centinaia di imprenditrici coinvolte nell’indagine abbiano avuto accesso al credito in questo settore. Eppure “…se si mette l’utilità e la praticità al centro sicuramente si ottengono risultati piuttosto soddisfacenti”, perché possiamo risolvere “specifici problemi con specifiche soluzioni” ha sottolineato la rappresentante italiana in Europa per la blockchain.

Il professor Corvo ci ha guidato attraverso la cultura dell’impatto e il rapporto con tecnologia, arrivando poi a riaffermare che solo con nuove skills possiamo evolvere. Pertanto la sfida della next generation è che “…non dobbiamo più aspettare gli shock esogeni per provocare dei cambiamenti intenzionali, ma come effetto di un mondi desiderabile!”. A questo proposito Nicastro, presidente di AideXa, ha illustrato come aiutare questi micro-imprenditori è fondamentale ridurre il fattore tempo con nuovi algoritmi e la nuova normativa PSD2, per consentire loro di prevedere il rischio futuro in modo immediato. Ciononostante, come ripreso dalla Garotti, la sostenibilità non può esistere senza incentivazione. E allora Leder ha chiarito il fatto che gli strumenti di finanza tecnologica possono certamente dare una spinta competitiva, ma nel caso dell’accelerazione di business ad empowerment, ciò può eliminare alcuni bias alla base. Del resto le imprese condotte da donne dedicano maggiore percentuale al business di impatto sociale e ciò consente una crescita verticale. “La complessità del mondo in cui viviamo ci chiede ancora di ritorno di rimuovere alcuni modi di approcciare la realtà” ha concluso il professor Corvo.

Introdotta da Mary Rossi, direttrice operativa di GLT Foundation USA, nella fase conclusiva l’economista finanziaria Raffaella Tenconi, tramite un Keynote Speech con il lavoro di Ada Economics, ci ha condotto attraverso i cambiamenti socio-economici in atto scatenati dall’impatto della transizione digitale. Analizzando il PNRR ha evidenziato il limite esistente tra le dinamiche demografiche e l’attuazione di norme e procedure delle misure per la crescita. Le idee senz’altro ci sono, il problema è che “…la scala del cambiamento è molto grande”. Quindi nel lungo periodo occorre necessariamente favorire la transizione umana e sociale. Infatti, mentre “…lo stock è ancora dominato dagli uomini, la new generation è delle donne!”.

Nella cerimonia di chiusura infine Giulia Cappelletti, ambassador e testimonial di GLT Foundation ha invitato la presidente Claudia Segre e tutto il team della fondazione a salire sul palco: “Sono proprio loro, insieme alle volontarie, al team francese e al team USA che hanno reso questa annata 2021 così incredibile e piena di successi. Grazie a tutte voi!”.

– Chiara Cavalli, Studentessa