FOCUS EDUFIN: ESG IN 8 PUNTI – Prima puntata

Prima puntata
Di Stefano Dallafina

 Head of Marketing, Global Inclusion & Diversity Ambassador, State Street International Bank GmbH Italia

  E’ in atto un processo darwiniano che riguarda da un lato le imprese imegnate nel rendere sostenibile il loro business, dall’altro gli investitori nell’adeguare i propri processi di selezione degli investimenti adottando politiche di investimento ESG. Perché ESG è prima di tutto, qualcosa in cui si crede. Parola d’ordine: Walk the Talk per  agire coerentemente con quello che si sostiene e nell’interesse di tutti. Ed ecco tutto quello che c’e’ da sapere in 8 punti fondamentali:

  1. ESG
    • L’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance) si utilizza per indicare tutte quelle attività legate all’investimento responsabile (IR) che perseguono obiettivi tipici della gestione finanziaria che tengono in considerazione aspetti di natura ambientale (E), sociale (S), di governo (G). E’ inteso anche come un metodo per giudicare un’azienda in base a fattori diversi dalla sua performance finanziaria. Ovvero, ad esempio, in base a quali azioni intraprende per la salvaguardia dell’ambiente, per come tratta i propri dipendenti, per quanto il proprio consiglio di amministrazione sia ben bilanciato con componenti di sesso femminile e maschile, per come interpreta e attua la stewardship (=gestione etica delle risorse che include emissioni di CO2, uso di risorse come acqua e produzione e riciclo di rifiuti, sicurezza sul lavoro, politiche di inclusione e diversità). Per Investimento Responsabile si intende la pratica in base alla quale agli obiettivi tipici della gestione finanziaria, cioè l’ottimizzazione del rapporto tra rischio e rendimento in un dato orizzonte temporale, vengono affiancate considerazioni di tipo ESG.
  1. Strategie di investimento ESG
    • Nell’ambito delle strategie ESG, di norma, le case di gestione produttrici di prodotti ESG (es. fondi, obbligazioni) puntano a individuare e a instaurare un dialogo con aziende che hanno la capacità e la volontà di migliorare le pratiche commerciali legate ai fattori ESG. Ciò, tra l’altro, per ridurre il rischio di credito, creare valore per il risparmiatore finale e influenzare il cambiamento.
  1. Capire e confrontare le varie strategie di investimento ESG
    • Ci sono alcuni comportamenti a cui le strategie di investimento ESG si rifanno per meglio costruire i portafogli:
      • Screening negativo o di esclusione: significa l’esclusione da un fondo o portafoglio di determinati settori, società o pratiche basate su criteri ESG specifici. Ha origine da un rifiuto dei quaccheri nel XVIII secolo di investire nel commercio degli schiavi.
      • Screening positivo: orienta il portafoglio verso una, o più, tra i) società che sovraperformano loro simili in ambito ESG; ii) società che migliorano le loro prestazioni in ambito ESG più velocemente rispetto a loro simili; iii) società che affrontano, vincendole, sfide complesse in ambito ESG (cambiamenti climatici, diversità di genere, ecc)
      • Integrazione ESG: all’interno delle attività di selezione dei prodotti finanziari vengono integrati, oltre alle tradizionali analisi finanziarie, anche dati relativi al mondo ESG
      • Investimento di impatto: Investimento che mira a un impatto sociale e ambientale che abbia un risultato/misurazione positiva. Di norma tali investimenti sono legati ad uno specifico progetto
      • Proprietà attiva: comporta l’impegno con le società, attraverso il dialogo e/o con la compartecipazione azionaria, su una varietà di tematiche ESG per avviare cambiamenti nel comportamento o nelle politiche e pratiche aziendali delle società identificate
  1. Quali sono i prodotti ESG
    • Fondi, Obbligazioni:
      • Alcuni fondi, es di tipo bilanciato, combinano le opportunità di crescita offerte dai mercati azionari e obbligazionari con criteri di selezione degli investimenti che perseguono obiettivi di sviluppo sostenibile dal punto di vista ESG e hanno anche una componente filantropica. Infatti è previsto che la devoluzione sia a scopo filantropico e il fondo è strutturato in modo da assicurare a ciascun ente benefico un flusso di ricavi ricorrenti nel tempo che permette agli investitori di sostenere l’ente benefico di riferimento in maniera continuativa, investendo in un prodotto finanziario con un basso livello di rischio.
      • Obbligazioni Social, Green: Le prime sono obbligazioni tradizionali, di cui una parte viene destinata alle attività sociali in sofferenza dal punto di vista finanziario. Le organizzazioni non-profit, ad esempio, incontrano sempre più difficoltà nell’accedere a risorse utili per finanziare progetti a scopo sociale, e i Social bond permettono a queste istituzioni di finanziarsi per perseguire i loro progetti. Altre obbligazioni di tipo Social vengono emesse per imprese localizzate in aree depresse oppure afflitte da disastri naturali. I Green Bond sono titoli emessi per finanziare progetti con un’impronta verde e raccolgono capitali che verranno investiti in, ad esempio, nella costruzione di centrali eoliche, in campagne di sensibilizzazione all’utilizzo sostenibile dell’acqua.
  1. Chi sono gli investitori tipici in prodotti ESG
    • L’investitore istituzionale aumenta, costantemente da qualche anno a questa parte, il peso dei prodotti ESG nei suoi portafogli in seguito all’adeguamento delle strategie di investimento e esposizione molto più attente ai temi ESG.
    • L’investitore privato è spinto ad investire in prodotti ESG, molto frequentemente, per motivazioni legate al bias. Ovvero ritiene che i prodotti che investono, in modo ampiamente diversificato, in società che operano secondo criteri di sostenibilità sono quelli che permettono agli investitori di rimanere fedeli ai propri valori personali.
  1. Lo scenario regolamentare di ESG
    • L’istituto PRI (Principles for Responsible Investments) è il principale sostenitore al mondo degli investimenti responsabili. Permette di comprendere le implicazioni degli investimenti in ambito ESG. Supporta inoltre la rete internazionale di investitori firmatari nell’integrare i fattori ESG nelle loro decisioni di investimento. Il PRI agisce nell’interesse a lungo termine dei suoi firmatari, dei mercati finanziari e delle economie in cui essi operano e dell’ambiente e della società nel suo complesso. Il PRI è un organo indipendente. Incoraggia gli investitori a utilizzare investimenti responsabili per migliorare i rendimenti e gestire meglio i rischi, e non opera a proprio vantaggio; si impegna con i responsabili politici globali e non è associato a nessun governo; è supportato dalle, ma non ne fa parte, Nazioni Unite.
  1. Un vocabolario comune a servizio di ESG e per le case produttrici di prodotti ESG
    • Identificare valori e obiettivi
    • Educare correttamente il proprio personale preposto agli investimenti ESG
    • Ingaggiare i portatori di interessi primari, come ad esempio i beneficiari degli investimenti
    • Identificare la giusta strategia di investimento ESG
    • Selezionare con cura il gestore
    • Misurare e monitorare la performance e l’impatto
    • Rivedere, e se necessario, ritoccare la strategia di lungo termine
  1. I trend futuri
    • Gli investitori si stanno spostando da strategie di esclusione verso quelle di integrazione
    • Le strategie di investimento saranno sempre più impattate da dati di derivazione/natura ESG
    • La crescente necessità di capire le performance dei prodotti ESG in rapporto agli obiettivi desiderati è alla base della necessità di avere reportistica migliore
    • Le soluzioni di investimento attente alle modifiche che il clima del globo sta avendo, saranno mirate a, ad esempio, ridurre l’esposizione in prodotti/società che contribuiscono all’aumento dell’effetto serra e a aumentare, pariteticamente, l’esposizione verso società di tipo verde.
    • L’aumento degli investimenti ESG fa si che in parallelo si creino e migliorino le conoscenze del personale preposto al confezionamento di prodotti ESG.