Le Interviste EMPOWER YOUR LIFE

Yvette Klevan, Managing Director Fixed Income Team Lazard Asset Management, signatory representative to the Fixed Income Advisory Committee for the Principles for Responsible Investment (PRI)

Yvette Klevan è Portfolio Manager / Analyst nel team Global Fixed Income. Ha iniziato a lavorare nel settore degli investimenti nel 1982. Prima di entrare in Lazard nel 2002, Yvette era Senior Portfolio Manager presso Offitbank. In precedenza ha lavorato presso Bank of America, Chase Manhattan Bank e Aramco Services Company. Yvette ha conseguito un MBA in sistemi informativi finanziari e gestionali presso l’Università di Houston e un BBA in Ingegneria Meccanica Route to Business presso l’Università del Texas. A partire da febbraio 2018, è rappresentante firmataria del Comitato consultivo Fixed Income per i Principi per gli Investimenti Responsabili (PRI).

  1. Quali sono i settori finanziari più coinvolti nel Green Deal europeo?

La vasta portata del Green Deal europeo coinvolge un’ampia varietà di stakeholder sui mercati finanziari, poiché è volto a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, rafforzare l’economia circolare, migliorare le efficienze nell’uso delle risorse, ridurre i rifiuti e promuovere la sostenibilità nei sistemi alimentari e nello sfruttamento del territorio. I prestiti bancari e l’emissione di obbligazioni corporate/sovrane/quasi-governative/sopranazionali destinate a finanziare questi obiettivi saranno essenziali per il successo del programma. Anche la partecipazione degli investitori costituisce un fattore importante, ma vista la fame apparentemente insaziabile di quasi qualsiasi tipo di investimento “sostenibile”, sia localmente in Europa sia all’estero la domanda dovrebbe alimentare saldamente i finanziamenti. Oltre al settore privato, anche quello pubblico sarà ovviamente coinvolto nella mobilitazione degli investimenti e nella predisposizione del supporto politico e normativo per questa importante trasformazione.

  1. Che beneficio trarranno gli investitori dal Green Deal?

Gli investitori possono trarre beneficio dalla partecipazione a investimenti “sostenibili” legati al Green Deal sia dal punto di vista opportunistico che da quello difensivo. La netta transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio indebolirà la domanda di combustibili fossili, creando nuovi vincitori e perdenti. I perdenti includeranno probabilmente gli asset legati ai combustibili fossili, mentre molti dei vincitori forniranno non solo vantaggi ambientali, ma anche effetti sociali positivi. È imperativo che gli investitori tengano conto dell’impatto del Green Deal per comprendere l’effetto sulla valutazione e sulla performance finanziaria, ad esempio, dei titoli fixed income. In un contesto in cui noi (e molti investitori) siamo già concentrati sull’inserimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) nella nostra analisi dei titoli corporate e sovrani, il Green Deal fornisce un quadro complementare, o una roadmap per gli investimenti.

  1. Lei personalmente ritiene che il Green Deal sia abbastanza ambizioso da arrestare e invertire il cambiamento climatico?

Ritengo che costituisca un passo importante nella giusta direzione, simile agli SDG delle Nazioni Unite in materia di cambiamento climatico. Il Green Deal istituisce un quadro, una tempistica e obiettivi ambiziosi che sono applicabili anche fuori dall’Europa; infatti, esso rappresenta un importante esempio, o un “richiamo all’azione”, per tutti gli altri paesi e regioni del mondo. Personalmente credo che questi sforzi debbano essere “anticipati” il più possibile per affrontare e contrastare i rischi legati al cambiamento climatico, visto che nei 30 anni che mancano per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica del Green Deal potrebbero verificarsi altri danni significativi. Il tempismo della diffusione delle energie rinnovabili è un caso fortuito e ritengo che tutti gli stakeholder dovrebbero incoraggiare nuova capacità (abbandonando i combustibili fossili) per contribuire a mitigare il cambiamento climatico. Un netto calo del costo di queste tecnologie (circa l’89% per il solare e il 70% per l’eolico dal 2009) rende queste fonti di energia più economiche del carbone, del nucleare e, in alcuni casi, del gas naturale. Al momento le fonti rinnovabili sono più convenienti delle nuove centrali a carbone e a gas in due terzi del mondo, e potrebbero diventare più economiche della maggior parte delle centrali a carbone e gas esistenti in tutto il mondo in meno di un decennio.

  1. L’interesse rivolto all’inserimento di aspetti ESG nelle decisioni di investimento è aumentato sostanzialmente negli ultimi anni, tanto che ora sta andando oltre il tradizionale dominio dei mercati azionari per raggiungere il reddito fisso. In che modo l’universo corporate ESG potrebbe rappresentare una scelta migliore rispetto a una tradizionale, e perché investire in green bond non è semplice quanto si potrebbe pensare?

Gli screening e le analisi ESG devono essere integrati nei processi decisionali e di investimento sia per i portafogli azionari che per quelli obbligazionari perché queste questioni possono influire sulla valutazione e sulla performance finanziaria di un titolo. Restringere l’ampio universo corporate effettuando una selezione delle prassi di ESG problematiche (o favorevoli), oltre che concentrarsi su questioni tematiche o settoriali legate al cambiamento climatico, per esempio, è essenziale. Ignorare le questioni ambientali può rappresentare una minaccia all’esistenza degli emittenti corporate. Una mappatura settoriale della rilevanza può contribuire ad affinare un universo corporate identificando in dettaglio i maggiori rischi ESG in settori specifici e il modo in cui tali rischi possano influire sul successo finanziario a lungo termine delle aziende.

La comparsa di obbligazioni con etichetta green (e più di recente di obbligazioni sociali/sostenibili) ha aperto la possibilità di possedere titoli specifici volti a finanziare l’energia rinnovabile, infrastrutture sostenibili o altri progetti con caratteristiche ambientali positive e vantaggi sociali sovrapposti (o indipendenti). Inoltre, ritengo che l’“universo” debba essere esteso fino ad includere le obbligazioni “senza etichetta” di emittenti concentrati su iniziative sostenibili. Stabilire quali emittenti abbiano un atteggiamento serio nell’adattarsi a un mondo più consapevole in termini ambientali e quali stiano semplicemente seguendo l’onda verde per proprio interesse richiede ricerche approfondite. I paesi e le aziende che possono ridurre le emissioni e adattarsi al cambiamento climatico o mitigarlo avranno probabilmente un margine per prosperare in futuro, con le relative implicazioni positive sul fronte creditizio.

l controllo legato ad altri fattori del fixed income come il rischio di tasso di interesse o il rischio di cambio richiede un occhio esperto negli investimenti. La composizione dell’universo dei green bond offre un utile esempio di come l’esposizione ai tassi di interesse, per esempio, possa dar luogo a conseguenze impreviste. Concentrarsi esclusivamente su emissioni di obbligazioni con etichetta green potrebbe causare la sovraesposizione dell’investitore ai tassi di interesse europei, bassi e negativi. Più del 36% del valore delle emissioni di green bond dal 2007 è denominato in euro, secondo la Climate Bond Initiative, e il 64% delle obbligazioni incluse nell’indice Barclays MSCI Green Bond è emesso in euro. Ricorrere a un universo globale “non vincolato” aumenta l’opportunità derivante dalle obbligazioni con e senza etichetta in diverse valute e strutture di tassi.

Nel complesso, gli investimenti all’insegna della consapevolezza ambientale non sono legati solo all’idea di mitigare il rischio, anzi, sono convinta che offrano anche un’opportunità. La domanda di green bond dovrebbe supportare le valutazioni ancora per molto tempo, mentre nei prossimi anni gli investimenti in settori e aziende sostenibili vivranno probabilmente un’enorme crescita. Le obbligazioni verdi, sostenibili e sociali con etichetta, oltre alle obbligazioni senza etichetta utilizzate per finalità ambientali, rappresentano un modo interessante per fare bene facendo del bene.